Una carabina in dono a Papa Francesco

Mercoledì scorso, 25 ottobre, Varide Cicognani in Piazza San Pietro durante l’Udienza papale ha coronato la sua carriera di sportivo e di costruttore di armi di precisione: con il dono a Papa Francesco di una carabina, impreziosita dalla creatività di Claudia Pasqualini, ha voluto testimoniare il suo impegno a trasformare l’arma, inizialmente nata per offendere, in attrezzo sportivo capace di disciplinare l’impulso originario, volto ad uccidere, in precisione e dominio di sé. La lunga carriera sportiva, costellata di successi notevoli sia come atleta sia in qualità di allenatore della Nazionale, gli ha permesso un confronto costante al quale deve la propria crescita umana e sportiva. La competizione sportiva promuove la conoscenza di sé e la considerazione dell’altro: queste le parole, sintetizzate da Maria Luisa Suprani, impresse sulla carabina portata in dono.

Dono graditissimo dal Pontefice, giuntogli dopo non poche peripezie: nonostante la scrupolosità con cui l’intero protocollo era stato osservato, l’ingresso della carabina in Piazza San Pietro non è stato dei più lineari: le perplessità sollevate dalla Polizia circa la sua presunta pericolosità (nonostante l’arma fosse stata opportunamente ‘disattivata’: il suo valore era infatti puramente simbolico) hanno richiamato sul posto alcuni esperti della sicurezza e, davanti agli occhi stupiti dei fedeli in attesa di poter accedere, Cicognani ha dovuto mostrare più volte l’arma, trasformando i timori iniziali in evidente interesse ‘tecnico’ anche da parte della Gendarmeria intervenuta in seguito. I controlli, infatti, non sono stati limitati a quello iniziale: la carabina ha dovuto essere sottoposta a diverse ispezioni e, una volta ottenuto il placet da parte delle Autorità competenti, è potuta arrivare indisturbata fin sulla soglia della Basilica. L’insolita vista – dato il contesto – del drappello capitanato dallo stesso Cicognani accompagnato dalla moglie Tina e dalla collaboratrice Meris, seguito a breve distanza dalle artiste che avevano curato l’aspetto estetico ed espressivo dell’arma, ha suscitato aperta curiosità fra gli astanti.

L’emozione in attesa dell’incontro con il Pontefice era palpabile: l’assetto fiero dello sportivo aveva lasciato il posto ad un atteggiamento più riflessivo, tipico di chi sta facendo in breve il bilancio di una vita, non solo di lavoro. La tensione si è sciolta poi davanti alla cordialità di Francesco, sorpreso e sinceramente incuriosito da un dono che sicuramente resterà unico. Unico e prezioso, come il sogno di Varide Cicognani: riuscire a trasformare le armi, ancora oggi simbolo di distruzione, in strumenti pacifici, capaci di sviluppare e potenziare l’equilibrio psicofisico della persona.

 

 

 

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